Attualità:

Lo stato e il valore della vita.

Anubi: L'unico vero Dio Cane.

 

L’altra sera stavo vedendo un film di “fantascienza” in cui una famiglia con qualche problema economico riceveva a casa una scatola.

Sopra la scatola c’era un bottone, premuto il quale, loro avrebbero ricevuto un milione di dollari degli anni ’70.

Unico prezzo da pagare era che sarebbe morta una persona a loro sconosciuta.

Il film finisce in un modo abbastanza idiota ma la questione è interessante: Avreste voi premuto il bottone?

Pensai che si sarebbe potuti andare avanti due giorni a disquisire sulla logica che può sovrintendere a una decisione piuttosto che all’altra ma contestualmente mi emerse un ricordo.

Una sera di una trentina di anni fa sentii mio padre che, dopo aver assistito al telegiornale che riportava l’ennesima notizia di un ladrone statalese che aveva il divano imbottito di monete derivate da tangenti, disse: “ Questo andrebbe condannato a morte”.

Mio padre è una delle persone più sensate ed equilibrate che abbia avuto l’onore di ascoltare per cui rimasi interdetto un istante di fronte alla sua affermazione. 

Chiesi curioso spiegazioni e lui con grande tranquillità mi disse che i soldi che il ladrone aveva rubato ai cittadini rappresentavano una quantità di ore di lavoro che sommate rappresentavano molte vite di lavoro.

Il principio filosofico era che chi ruba molte vite di lavoro dovrebbe pagare con la vita; riflessione che trovai sacrosanta.

Un dipendente statale in Italia che decida di volutamente di parassitare a vita può farlo senza problemi e senza rischiare di essere licenziato. Lo stesso può, o quantomeno poteva, far finta di lavorare per 30 anni e ricevere per altri 40 una incongrua (per il contribuente) pensione per poi magari riversare la pensione alla moglie per altri dieci.

Ammesso che questo parassita non abbia fatto carriera costa al lordo ai contribuenti come minimo due milioni di euro solo di stipendio/pensione/reversibilità. Senza contare il resto.

Può sembrare una cifra oscena a chi non ha la propensione a numerizzare tutto ma vi assicuro che il conto è per difetto.

 

Sì, ma cosa cavolo c’entra il film con la riflessione?

C’entra, c’entra.

Il cittadino che decide di diventare statalese (consumatore di tasse ) in un istante, semplicemente facendo una firma, decide (diritti acquisiti) di sottrarre alla generalità dei contribuenti, come minimo, un paio di milioni di euro. A quanti contribuenti medi dovremmo sottrarre una vita di lavoro, garantendogli solo la sopravvivenza? Chi lavora e produce ricchezza sa che il denaro non è lo “sterco del demonio” ma rappresenta ore di vita alienate per produrre ricchezza. Quanti dovranno morire sul lavoro per produrre tasse? Quanti dovranno morire di fatica? Quanti dovranno morire di depressione dopo un fallimento causa tasse fuori controllo? Quanti si suicideranno a causa di questa depressione? Quanti si troveranno dopo una vita di lavoro completamente rovinati a causa di un “errore” della Agenzia delle Entrate?

Quanti in definitiva dovranno banalmente passare una vita a lavorare senza potersi permettere niente, per mantenere “coloro che hanno i diritti?

Fate il vostro conto che comunque non potrà mai avere un risultato inferiore a diverse vite.

Quando avrai passato diverse ore a disquisire con i tuoi amici sul “premere o non premere” sappi che ci sono tanti milioni di persone in itaGlia, per i quali quel bottone si chiama “diritto acquisito” e che non si sono mai posti il problema se espropriarti della tua vita di lavoro o meno.

Loro dicono che è un loro diritto, tu muori di tasse e taci.

Sappi che ci sono tanti “funzionari” che pur di incassare i loro “premi” di fine anno (interessi privati in pubblico ufficio)  non hanno nessun problema a rovinare la vita a migliaia di persone. (Premere il bottone).

Qualcuno potrebbe pensare che questa critica non vale solo per lo statalese itagliano, ma per qualsiasi stato, lo invito a riflettere sul fatto che non solo lo stato itaGliano è uno dei più tassatori del pianeta ma che di sicuro è uno dei peggiori nel rapporto tra  l’estorto e i servizi resi al cittadino.

 

P.S. E’ chiaro che le riportate riflessioni sono comprensibili solo da chi produca tasse o da chi, pur essendone consumatore, ha fatto onestamente la sua parte restituendone alla collettività un giusto valore aggiunto. Se non capisci… medita!

 

Il Profeta.