La parabola dell'Anubismo: Un'altra fattoria degli animali... quella delle pecore.

Anubi: l'unico vero Dio Cane.

Tutte le religioni devono romper le divine sfere con delle parabole per cui il Profeta, ispirato dal divino Anubi, ha dovuto applicarsi a scrivere la parabola dell’Anubismo nota come un’altra “fattoria degli animali”… quella delle Pecore.

 C’era una volta un pianeta chiamato Pecorerra  perché la maggior parte della popolazione era costituita da pecore.  La Pecorerra  era divisa  in tanti grossi recinti chiamati Pecorati .

Uno dei grossi recinti  veniva  definito “Pecorato Itagliano”.

Il Pecorato erano oppresso da un gruppo di pecore dette  Pecorali” a capo delle quali c’era i Pecorevoli sedicenti  Pecore elette.

 Il Pecorato si diceva si basasse sulla Ovicrazia cioè, ogni tanto le pecore venivano chiamate a belare la loro preferenza riguardo le Pecore Elette. L’evento si chiamava Belazione.  Comunque le pecore belassero,  le Pecore Elette  non cambiavano mai; le pecore belatrici sembravano comunque molto soddisfatte nel belare il loro voto. Le Pecore Elette risiedevano nella Grande Fattoria dove  le pecore vivevano al caldo, nell’ozio, senza essere munte né tosate. Passavano la giornata brucando strane “erbette” ad alto contenuto di “statalina” che le portavano a sentirsi superiori alle altre pecore. Esse passavano la giornata a belare cose di scarsissimo interesse per le altre pecore , ma cotanto autoreferenziale belare dava loro grande soddisfazione. L’ultimo argomento ampiamente diffuso tra le pecore “elette”,  che riempiva tutti i Mungogiornali, partiva dalla domanda se fosse politicamente corretto che la pecora brucasse visto che il bruco non pecorava.  Il luogo destinato a tale “fondamentale”  belare era definito il Belamento.

Le pecore abitanti il territorio soggetto al dominio del Pecorato venivano definite Appecorate.

Gli agnelli venivano obbligatoriamente chiusi nella Oviscuola dove gli spiegavano incessantemente che dovevano stare appecorati, che il Pecorato erano loro e che dovevano farsi tosare nell’interesse del Pecorato.

 All’interno del Pecorato le pecore potevano andare dove volevano purché stessero all’interno del recinto delimitante il Pecorato nel quale erano nate altrimenti avrebbero dovuto richiedere un “Passaovile” per poter saltare lo steccato.

Il rilascio del “Passaovile” era subordinato alla accettazione del Pecorato. Ciò valeva per le pecore. Ai lupi che saltavano all’interno del recinto senza nessun Passaovile nessuno diceva nulla, anzi, avevano diritto a mangiare le pecore perché al Belamento si diceva che bisognasse rispettare la loro natura di indifesi lupacchiotti affamati. Qualora la pecora avesse osato cercare di difendersi sarebbe stata rovinata  da qualche appartenente alla Appecoratura.  L’Appecoratura era una parte del Pecorato che si occupava, per l’appunto,  di appecorare le pecore e difendere i lupi. Il Pecorato, in quanto oppressore delle pecore, sentiva una affinità di genere con i lupi non con le pecore. La pecora doveva sapersi offrire al lupo senza reagire altrimenti avrebbe potuto reagire anche contro al Pecorato.

Le Appecorate avevano importanti diritti: avevano il diritto di farsi tosare, mungere e di diventare carne da macello. Le pecore godevano anche del diritto di libertà di pensiero e di belata purché ciò che belavano fosse apprezzato dal Pecorato. Nel caso in cui la belata fosse sgradita al Pecorato , la pecora belante veniva macellata non avendo belato in modo “Politicamente Appecorato”.

La vita del gregge era semplice: La mattina, al risveglio,  tutte le pecore venivano munte da pecore appartenenti al Pecorato. Il Pecorato lasciava a ogni pecora solo un quarto del latte prodotto; il latte era la merce di scambio obbligata tra le pecore. In realtà le pecore non potevano tenere il latte nella stalla ma dovevano affidarlo al Banco del Latte. Il Banco del Latte, per volere del Pecorato, allungava il latte con acqua e dopo pochi anni in quel liquido rimaneva molto poco nutrimento ma la BCO (Banca Centrale Ovina) diceva che ciò era un bene per le Appecorate; senza almeno un due percento di diluizione sarebbe andato tutto a male.

 Dopo la mungitura le pecore  prendevano volontariamente il sentiero che conduceva alla ArEa tosature (centro di tosatura della fattoria).  Ben tosate e munte erano “libere” di andare a brucare tutto il giorno ovviamente dopo aver pagato una “accisa sulla brucata”. Private delle energie e senza difese dal freddo dovevano nutrirsi il più possibile altrimenti sarebbero morte.

Dopo aver passato la giornata a brucare alla sera le pecore potevano vedere Telepecora, Telemungo o Teletitoso, notoriamente sussidiati dal Pecorato, dove belavano cose molto strane perché molto lontane dai problemi reali delle Appecorate.  Dopo essersi appecorate a sufficienza le pecore dovevano andare a dormire presto negli ovili. Le Pecore più giovani si trastullavano sull’ Aipecoron dove belavano inutilità assolute su Musobook.

Sembrava andare tutto a misura di pecora ma c’era un grosso problema: Tre quarti degli ovili non erano riscaldati quindi tre quarti delle pecore dovevano dormire al freddo. Le pecore esposte al freddo, essendo ben  tosate, soffrivano e rischiavano di soccombere.

Le pecore che dormivano al caldo  all’interno degli ovili riscaldati erano note per avere il diritto al “posto stallare”. Tali pecore non soccombevano ma non erano tutte felici perché qualcuna avrebbe voluto produrre qualcosa ma la maggior parte delle sue “colleghe” ambiva solo a vivere del prodotto delle altre pecore. Quando nella Grande Fattoria si accorsero di questa infelicità rassicurarono le pecore infelici  perché dissero loro che appena si fossero liberati posti, molte di loro avrebbero potuto andare nella Grande Fattoria dove non avrebbero dovuto fare alcunché. Con il tempo  avrebbero avuto diritto a vivere  senza fare nulla con abbondante latte, vello e riscaldamento.

Le pecore che il Pecorato definiva tutte uguali erano di fatto divise in due gruppi:  le pecore con il Posto Stallare che passarono alla storia come “Pecore con i diritti” e le pecore esposte al freddo che invece vennero definite “Unico diritto: Mettersi alla pecora”.

C’era qualche pecora che non trovava un senso in tutto ciò. Non voleva farsi mungere né farsi tagliare il vello tutti i giorni e né brucare tutto il giorno per recuperare energie per sopravvivere. Non voleva neanche rischiare di morire di freddo.   Quando nella Grande Fattoria si accorsero di questa infelicità rassicurarono le pecore al freddo dicendo loro su Telepecora che “Farsi tosare è meraviglioso!”. Le pecore rimaste al freddo non capirono; farsi tosare senza riscaldamento non era meraviglioso, serviva solo a rischiare di morir di freddo. Allora dalla Grande Fattoria, molto preoccupati, presero una grande decisione: Ordinarono a Telepecora, Radiotitoso e Mungogiornale, notoriamente sussidiati dal Pecorato,  di fare una grande campagna fattoriatica. Alla sera le pecore si dovettero sorbire un grande belare fatto di “Il Pecorato sei tu!” o di “La Grande Fattoria ti rappresenta”.

Nel recinto del Pecorato Itagliano c’era un piccolo recinto noto come  Pecorato Pecorano.  Il capo del  Pecorano, non a caso, era noto come il Grande Pastore. Il Grande Pastore era noto come il rappresentante in terra del grande Dio Pecorino, noto OviDio. Il Grande Pastore si univa al Pecorato nell’incitare le pecore a stare appecorate, munte e ben tosate così sarebbero andate nel paradiso delle pecore noto come Grande Pascolo dove le pecore avrebbero potuto brucare in eterno felici senza pagare accise. Se le pecore avessero disubbidito sarebbero finite nell’inferno rappresentato da un deserto senza un filo d’erba dove sarebbero finite arrosto.  Il Grande Pastore diceva spesso che dovevano essere abbattuti i recinti in modo che tutti i lupi potessero entrare nel Pecorato senza fare lo sforzo di saltare il recinto.  Le pecore non capivano  cosa ci fosse di bello nel farsi mangiare ma se lo diceva il Grande Pastore e il Pecorato doveva essere giusto.  Tutto sembrò andare  bene per il Pecorato per un po’ di tempo  ma tutto questo belare non convinse tutte le pecore.

Fu così che un giorno Anubi, come al solito in cerca di un grosso osso, passò sul Pecorato Itagliano.

Molte pecore intende a brucare lo videro, lui le salutò con un divina abbaiata che generò una grande ispirazione nel cervello pecorino.

Fu così che una mattina molte pecore cominciarono a nascondersi sotto la paglia all’ora della mungitura e all’uscita invece di prendere il sentiero che portava all’ ArEa tosature presero un altro sentiero che conduceva direttamente  al pascolo senza neanche pagare l’accisa sulla brucata.

Dopo un po’ queste pecore, che per la maggior parte dormivano nelle stalle non riscaldate cominciarono a non soffrire più il freddo né le carenze di energie. Anche parte delle pecore che dormivano al caldo con un vello non tosato  e buone energie cominciarono a chiedersi a cosa servisse dormire al caldo: Non tosati si dorme bene anche al freddo.

Apriti pascolo! Un gran belare turbò il Pecorato. Essere tosate non era bellissimo; serviva solo a rischiare di morir di freddo.  Le pecore cominciavano a discutere sull’ovino  libero e altre strane cose come la inutilità della stalla. Qualcuna cominciò a chiedersi perché avrebbe dovuto far annacquare il suo latte. Qualcuna addirittura faceva quattro passi su due zampe affermando che la pecora avrebbe potuto vivere senza stare appecorata. Si sentiva anche belare che il Pecorato non era gestito da pecore ma da Lupi travestiti da pecore. Si metteva in discussione addirittura che le pecore dovessero farsi mangiare dai lupi senza reagire. Emersero anche alcune pecore che cominciarono a lavorare al progetto di emettere lattcoin su blockchain per ovviare al problema dell’annacquamento del latte.

Incredibilmente, le pecore tosate, invece di seguire le pecore che prendevano il sentiero che conduceva direttamente ai pascoli, cominciarono a invidiare e addirittura ad odiare  le pecore che tenevano tale comportamento “anormale”.

Tutte le pecore che dormivano al caldo e una parte di quelle che dormivano al freddo cominciarono a dire che se loro si facevano tosare era giusto che tutte le pecore avrebbero dovuto farsi tosare. Le altre pecore dicevano che chi voleva essere tosato era libero di farlo ma non avrebbe dovuto imporre alle altre pecore di farsi tosare. Un belare colossale devastava la pace del Pecorato: Le Appecorate erano agitatissime.

Nel frattempo, le sedicenti Pecore Elette  all’interno del Belamento,   per nulla consce di cosa stesse accadendo al di fuori della Grande Fattoria discutevano   di massimi sistemi pecorini quali la giusta lunghezza e curvatura del filo d’erba ideale o di una nuova accisa sul belare.

La maggioranza delle pecore all’interno della stalla discutevano su come spiegare alle altre  che i diritti al riscaldamento erano “maturati” e che chi era al freddo non doveva agitarsi e appecorarsi al morir di freddo in silenzio.

Le pecore all’esterno non avevano grandi energie per belare. Dovevano dormire e recuperare energie per mantenersi in vita.

A questo punto della favola il lettore si aspetterebbe una pecorivoluzione ma non ci fù; Le pecore al freddo erano in minoranza ed erano prese dal cercare di sopravvivere.

E fu così che sempre più pecore saltarono il recinto senza tornare a farsi tosare, altre si applicarono a brucare al meglio il proprio minimo. Alcune pecore onde evitare la morte saltarono il recinto e non tornarono più, scappando da quel Pecorato diminuendo sempre di più  l’apporto di vello e latte gratuito ai Pecorali. Le risorse cominciavano a scarseggiare e le pecore del Pecorato  non volendo diminuire i propri privilegi tagliarono piano piano il riscaldamento alle pecore che avevano il posto stallare.

Pian  piano la temperatura nella stalla  si abbassò ma, come la teoria della rana insegna, pian piano ci si abitua a tutto. Fu così che tutte le pecore “protette” dal Pecorato finirono munte, tosate e al freddo. Si inpecorarono belando incessantemente? No, tutte le pecore erano contente e felici perché tutte le pecore erano uguali,  appecorate, tosate, munte e al freddo.

Le semplici morali da trarre da questa della parabola sono le seguenti:

"L’unica soluzione è individuale." Come dice il Grande Maestro Paolo.

“Matrix esiste.” Come dice il Grande Maestro Roberto.

“Le pecore stanno bene tosate.” Come dice il Grande Maestro Francesco.

“In tutte le ideologie secondo le quali tutte le pecore debbano essere uguali,  una minoranza  appecora sempre le altre” chiosa il Profeta. 

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